Molte persone pensano che rendere un sito accessibile e ottimizzarlo per i motori di ricerca significhi sacrificare l’esperienza di tutti gli utenti... o peggio, passare notti insonni a litigare con Google. Per fortuna, la realtà è ben diversa. Integrare correttamente accessibilità e SEO non solo è possibile, ma può moltiplicare i vantaggi per chi visita il sito… e risparmiarti qualche mal di testa.

Molti titolari di siti temono che migliorare l’accessibilità significhi aggiungere complessità e costi inutili. Oppure che ottimizzare per i motori di ricerca renda i contenuti poco naturali e difficili da leggere. Insomma, il classico dilemma “o tutti felici o nessuno contento”. Le due strategie però condividono obiettivi simili… e nessuno ti costringe a scegliere tra Google e i tuoi utenti.
Prima di tutto, è utile chiarire cosa si intende per SEO e accessibilità, così da capire come l’insieme di queste tecniche siano legate tra loro.
La SEO serve a far comparire un sito nei risultati dei motori di ricerca, attirando traffico qualificato, mentre l’accessibilità web garantisce che tutte le persone, indipendentemente dalle loro capacità, possano navigare e usare il sito senza barriere.
Sebbene possano sembrare due mondi separati, le loro regole spesso coincidono: sono un enorme alleato per il tuo sito!
Gran parte delle azioni necessarie per migliorare l’accessibilità di un sito sono, allo stesso tempo, best practice SEO.
Ad esempio, una struttura chiara dei contenuti con titoli in ordine gerarchico aiuta chi utilizza strumenti di assistenza come gli screen reader.
Così come aggiungere un testo alternativo descrittivo alle immagini non è solo un requisito base per l’accessibilità, ma permette anche a Google di comprendere meglio il contenuto della pagina, migliorandone il posizionamento. Un sito accessibile diventa quindi automaticamente più leggibile anche per i motori di ricerca.
Inoltre, collegamenti chiari e coerenti facilitano la navigazione degli utenti e permettono a Google di indicizzare correttamente le pagine.
Spesso trascurata, anche la leggibilità dei testi gioca un ruolo fondamentale.
Paragrafi brevi aiutano chi legge a seguire il filo del discorso senza perdere il senso del testo, rendendo più semplice l’uso di screen reader o la lettura su dispositivi mobili.
Gli elenchi puntati permettono di evidenziare concetti chiave, semplificando la comprensione per tutti gli utenti, inclusi quelli con difficoltà di lettura o con disturbi cognitivi, ma anche le persone frettolose che vogliono capire tutto in fretta.
Google ne beneficia perché questi elementi rendono più chiara la struttura della pagina.
Spero che questi esempi ti abbiano fatto capire la sinergia tra accessibilità siti e SEO siti web: più un sito è chiaro per gli utenti, più sarà premiato dai motori di ricerca.
Molti proprietari di siti pensano che investire nell’accessibilità possa comportare un rallentamento o un aumento dei costi. In realtà, integrare best practice accessibili nella progettazione fin dall’inizio permette di creare siti più solidi, facilmente aggiornabili e ottimizzati sia per gli utenti che per Google.
Consideriamo anche l’impatto sull’esperienza utente complessiva: siti accessibili e chiari aumentano la fiducia e l’engagement del pubblico. Un utente che si muove senza frustrazione, trova rapidamente ciò che cerca e ritorna più volentieri. È un vantaggio che va oltre la SEO: costruisce credibilità e reputazione online.
In sintesi, invece di vedere accessibilità e SEO come due poli opposti, è meglio considerarli alleati naturali.
Ottimizzare per gli utenti significa ottimizzare anche per i motori di ricerca, e viceversa. Chi riesce a coniugare entrambe le strategie ottiene siti più visibili, inclusivi e performanti.
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